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I ragazzi del Centro di quartiere La bottega dei Sogni ci raccontano L’altra città multiculturale del Quartiere Marina a Cagliari con l’attività del SUQ di via Napoli, gestito da Matteo e dalla sua famiglia.

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L’altra città. I ragazzi raccontano è un progetto ideato e promosso dall’Associazione EFYS Onlus con i contributi della Regione Sardegna, Assessorato del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale nell’ambito dell’avviso per progetti qualificati in materia di inclusione multiculturale rivolta a minori.

Le attività sono realizzate in collaborazione con Inmediazione ed F4CR network

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I ragazzi del Centro di quartiere La bottega dei Sogni ci raccontano L’altra città multiculturale del Quartiere Marina a Cagliari con l’attività della Moschea di via del Collegio e dell’Imam Mehrez.

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L’altra città. I ragazzi raccontano è un progetto ideato e promosso dall’Associazione EFYS Onlus con i contributi della Regione Sardegna, Assessorato del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale nell’ambito dell’avviso per progetti qualificati in materia di inclusione multiculturale rivolta a minori.

Le attività sono realizzate in collaborazione con Inmediazione ed F4CR network

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I ragazzi del Centro di quartiere La bottega dei Sogni ci raccontano L’altra città multiculturale del Quartiere Marina a Cagliari con l’attività del ristorante Namastè Indian Tandoori Food di Jasvir Kaur Bhela.

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L’altra città. I ragazzi raccontano è un progetto ideato e promosso dall’Associazione EFYS Onlus con i contributi della Regione Sardegna, Assessorato del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale nell’ambito dell’avviso per progetti qualificati in materia di inclusione multiculturale rivolta a minori.

Le attività sono realizzate in collaborazione con Inmediazione ed F4CR network

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I ragazzi del Centro di quartiere La bottega dei Sogni ci raccontano L’altra città multiculturale del Quartiere Marina a Cagliari con l’attività della parruccheria Raj Hair Cutting di Abdur Razzak.

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L’altra città. I ragazzi raccontano è un progetto ideato e promosso dall’Associazione EFYS Onlus con i contributi della Regione Sardegna, Assessorato del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale nell’ambito dell’avviso per progetti qualificati in materia di inclusione multiculturale rivolta a minori.

Le attività sono realizzate in collaborazione con Inmediazione ed F4CR network

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Proseguono le attività del progetto ACCRESCE con due appuntamenti ONLINE della serie I-Generation dedicati, stavolta, al tema delle dipendenze in età preadolescenziale e adolescenziale. Gli incontri saranno moderati da Roberto Loddo della Cooperativa sociale Il Giardino di Clara.

Martedì 30 marzo dalle 20.30 il seminario Adolescenza e dipendenze: cosa è importante sapere a cura di Giulia Checcucci

I conflitti che caratterizzano l’adolescenza possono indurre alla ricerca di vie di fuga, quali l’uso di sostanze generata dalla ricerca della gratificazione o l’esasperazione di comportamenti normali (mangiare, giocare, usare il cellulare..) che può diventare compulsione e dipendenza. Illustrando i diversi tipi di dipendenza è possibile identificare le persone con maggiore vulnerabilità e quindi più a rischio, individuare le possibili motivazioni e soprattutto capire cosa fare e come porsi in qualità di adulti e interlocutori attendibili.

Giulia Checcucci è Psicologa e psicoterapeuta specializzata in psicoterapia della Gestalt. Lavora da anni nel campo delle dipendenze, è esperta in tematiche relative all’adolescenza e al disagio giovanile, in special modo la tossicodipendenza e le nuove dipendenze. Svolge anche attività di formazione e supervisione e fa parte della Rete delle Nuove Dipendenze di Vertici.it

Martedì 13 aprile dalle 20.30 il seminario Sostanze e dipendenze. Come reagisce il nostro cervello? a cura di Liana Fattore

La ricerca del “piacere” è innata nell’uomo come negli animali. Tutti noi ricerchiamo quotidianamente occasioni di intrattenimento in attività ludiche e ricreazionali e proviamo una forte attrazione verso stimoli “gratificanti”, siano essi naturali (come il buon cibo, il gioco, la compagnia degli amici) o chimici (come le sostanze d’abuso). Fumare una sigaretta dopo i pasti o bere un bicchiere di birra o vino in compagnia di amici è senz’altro “piacevole”, ma quando questi comportamenti smettono di essere occasionali e diventano “patologici”? Perché nell’ultimo decennio centinaia di nuove sostanze psicoattive hanno trovato tanta popolarità, soprattutto tra i più giovani? Cercheremo di capire le basi neurobiologiche dell’abuso e dipendenza da sostanze, di conoscerne meglio i rischi e di sfatare falsi miti.

Liana Fattore è Dottore di Ricerca in Neuroscienze, si occupa da più di 25 anni di dipendenze patologiche e lavora presso il laboratorio di farmacologia comportamentale del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Cagliari dove conduce ricerca preclinica sulle basi neurobiologiche dell’azione delle droghe sul cervello. Autrice di oltre 100 articoli scientifici pubblicati su riviste internazionali, è stata Consigliere della Società Italiana di Neuroscienze (SINS) e Presidente della Mediterranean Neuroscience Society (MNS), è Coordinatrice Regionale per la Sardegna delle Olimpiadi delle Neuroscienze ed è autrice del libro “Io e la Tossicodipendenza”.

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Il progetto ACCRESCE è realizzato in rete con associazioni e cooperative del territorio: F4CR network, lCooperativa sociale Il Giardino di ClaraUnica RADIOInmediazione, la Cooperativa sociale Passaparola, l’Associazione Culturale Puntozero, lSardinia Open data. L’Ufficio di Servizio Sociale per i Minorenni del Dipartimento Giustizia Minorile è partner del progetto.

 

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Cucina dal mondo è una serie di podcast con le voci delle mamme del Centro di Quartiere La Bottega dei Sogni curati da Unica Radio con la collaborazione della giovanissima redazione del laboratorio Radio Web. Ad inaugurare la serie dedicata alla cucina tradizionale delle nostre mamme è un racconto culinario che ci porta in Tunisia, alla scoperta di una ricetta tradizionale dolce tipica nordafricana (Tunisia e Algeria): il Makroud. A raccontarci come si cucina è la voce di Hamida. Il secondo racconto culinario è invece dedicato al Cous Cous, nella sua versione tunisina, e a raccontarci come si cucina è la voce di Haifa. Il terzo racconto è di Sharmina che dal Bangladesh ci racconta la preparazione del Biryani. Infine Bousso, dal Senegal, con il suo Mafe.

Dopo la playlist audio trovate le trascrizioni di ogni racconto e ricetta dal mondo! Buon ascolto, buona preparazione e buon appetito!


  • PODCAST Cucina dal mondo Hamida e il Makroud

Trascrizione: Mi chiamo Hamida, sono di origine tunisina. Vi racconto una ricetta, un dolce tunisino, si chiama Makroud. Sabato e domenica, quando noi siamo a casa facciamo un piatto bello, un piatto che ha un gusto particolare, diverso. Un sapore molto meraviglioso, un nostro dolce. Quando sono a casa mia in Tunisia faccio questo dolce con i miei genitori, con i miei amici, perché noi -ad esempio- l’ultimo giorno di Ramadan, quando festeggiamo, lo facciamo assieme, con i vicini a casa, i parenti, vengono tutti a casa e facciamo tutto assieme fino alla mattina: tutta la notte fino alla mattina. Questo dolce si fa l’ultimo giorno del Ramadan, il Ramadan è un mese di digiuno, nessuno mangia fino a un certo orario, quindi questo ultimo giorno di Ramadan facciamo tanti dolci, soprattutto questo dolce molto famoso, lo fanno anche alle feste di matrimonio. 

Ricetta: Makroud (المقروض), makrout, maqroudh, o maqrouth, è un dolce nordafricano tipico della Tunisia e dell’Algeria.
Ingredienti per 6 persone (per la pasta) 1 kg di semola di grano duro, 250 gr olio di oliva, 1 cucchiaino di curcuma, acqua tiepida, un pizzico di sale; (per il ripieno) 1 kg di datteri, 1 cucchiaino  di cannella, 4 chiodi di garofano, 1 pizzico di zafferano; (per lo sciroppo) 300 g di acqua, 200 g di zucchero, 1 limone.
Lavorazione (per l’impasto): impastiamo la semola con l’olio e un cucchiaino scarso di curcuma, uniamo dell’acqua tiepida poco per volta.  A questo punto continuiamo a impastare sino ad ottenere un panetto elastico ed omogeneo. Facciamo infine riposare l’impasto per circa mezz’ora; (per il ripieno): snoccioliamo i datteri e li tagliamo a pezzetti. Li frulliamo aggiungendo un pizzico di zafferano, un cucchiaino di cannella, qualche chiodo di garofano pestato e un pò di olio. Dividiamo il ripieno in tre o quattro parti e lo stendiamo con le dita per formare dei serpentelli; (per la lavorazione): dividiamo la pasta in quattro parti e stendiamo ogni panetto fino ad ottenere  dei rettangoli lunghi alti 1 cm. Inseriamo nel centro di ogni rettangolo di pasta il ripieno di datteri lasciando i bordi liberi. Arrotoliamo e schiacciamo leggermente la pasta con il ripieno. Tagliamo in diagonale, creando dolcetti a forma di rombo della grandezza di circa 5 cm; (per la decorazione): prepariamo lo sciroppo facendo sciogliere a fuoco dolce: 300 g di acqua, 200 g di zucchero e il succo di un limone; (per la cottura): friggiamo i dolcetti e dopo averli scolati li immergiamo per un minuto nello sciroppo caldo e facciamo sgocciolare.


  • PODCAST Cucina dal mondo Haifa e il Cous Cous

Trascrizione: Sono Haifa, arrivo da Tunisi. Adesso vi do una ricetta  per cucinare un buon cous cous tunisino piccante. Un piatto che cucino spesso la domenica perché sono libera e tutta la famiglia è a casa. Una tradizione nostra che facciamo ogni domenica per la famiglia. Quando cucino questo piatto io mi sento che non sono fuori dal mio paese perché è una tradizione: tutti fanno il cous cous! Adesso vi racconto la ricetta come la faccio a casa mia, il cous cous si può fare in tanti modi: con pollo, con carne, con pesce, con verdura, dipende! Oggi racconto la ricetta preferita come faccio io sempre ogni domenica.

Ricetta: Cous Cous (كسكس‎) è un cibo di origini berbere che ha una storia millenaria, è un piatto della tradizione gastronomica dell’Africa nord-occidentale, di altre zone del Mediterraneo come la Sicilia e l’isola di San Pietro in Sardegna e di alcuni paesi subsahariani. I granelli di semola possono essere conditi con diverse tipologie di condimento. Le ricette variano da regione a regione e ogni famiglia ha la sua ricetta del cuore.
Ingredienti per 4 persone Cous Cous tunisino: 500 gr di cous cous, 500gr di carne di agnello, 2 patate, 2 carote, 1 cipolla, 2 spicchi di aglio, 700 gr di passata di pomodoro, 350 gr di ceci, 4 o 5 chiodi di garofano, 1 cucchiaio di Harissa macinata, mezzo cucchiaino di curcuma, q.b. sale, mezzo bicchiere di olio evo.
Lavorazione (per la preparazione base dei sapori): in una couscoussiera o pentola a vapore mettiamo la cipolla tritata, gli spicchi d’aglio tritati, la passata di pomodoro, l’olio evo, la harissa e la carne tagliata a pezzi di circa 6 cm.  Lasciamo cucinare a fuoco basso e successivamente aggiungiamo acqua, tenendo sempre a fuoco basso. La cottura della carne è stata avviata!; (per la lavorazione): in una terrina o recipiente bagnamo il cous cous con un pò di acqua per inumidirlo e aggiungiamo i chiodi di garofano e il sale. Mischiamo e lasciamo riposare per una decina di minuti; (per la cottura): mettiamo il cous cous nella pentola forata della couscoussiera e la appoggiamo sopra la pentola dove cuoce la carne.  Chiudiamo con un coperchio, per poter far cuocere il cous cous con il vapore. Dopo circa mezz’ora togliamo il cous cous dalla pentola e lo facciamo riposare per circa 10 o 15 minuti in una terrina, mischiandolo con un po’ di sugo dello stufato di carne; (per unire gli ingredienti): aggiungiamo allo stufato di carne le patate, le carote e una cipolla tagliati a grandi pezzi. Dopo aver fatto riposare il cous cous lo mettiamo nuovamente nella pentola forata e chiudiamo con il coperchio. Lasciamo cuocere il tutto per altri 35 o 40 minuti; (per impiattare): ultimata la cottura impiattiamo il cous cous insieme allo stufato di carne e verdure e aggiungiamo i ceci precedentemente bolliti o acquistati già pronti.


  • PODCAST Cucina dal mondo Sharmin e il Biryani

Trascrizione: Io sono Sharmin, ho 30 anni, vengo dal Bangladesh. Mi piace cucinare, prima no adesso si. Quando cucino mi ricordo di mia mamma. Si cucina quando c’è la festa di matrimonio oppure un compleanno o anche altre feste. Nella nostra religione ci sono due grandi feste: Eid Al Fitr Eid al Adha, e per queste feste facciamo Biryani. Biryani è molto profumato e anche un po’ piccante, molto buono! Questa ricetta biryani piace molto a mia figlia.

Ricetta: Biryani è un piatto tradizionale dell’Asia meridionale. Il piatto si compone di più strati e per la sua preparazione viene utilizzato il riso basmati. Non esiste un’unica ricetta, esistono infatti tante varianti nella preparazione del Biryani.
Ingredienti: 
500 gr di carne di capra, 500 gr di riso basmati, 3 cipolle, 4 pomodori, 3 patate, 1 vasetto di yogurt, 250 gr di burro Ghee, Olio evo q.b., 1 cucchiaio di zenzero, 1 cucchiaio di aglio macinato, ½ cucchiaio di coriandolo, 3 o 4 peperoncini verdi, 40 gr di mix spezie Biryani, Mandorle q.b., Uvetta q.b., Sale q.b.
Lavorazione (per la preparazione base dei sapori): mariniamo la carne tagliata a pezzi con lo zenzero, l’aglio, lo yogurt e il mix di spezie per Byriani. In una pentola facciamo soffriggere le cipolle tritate con il Ghee e un po’ di olio; (per la cottura): quando le cipolle sono dorate le togliamo e le mettiamo da parte, aggiungiamo nella pentola la carne e la facciamo cuocere per circa 20 o 25 minuti. Nel frattempo, sbollentiamo il riso per circa 5 minuti e cuociamo le patate tagliate a pezzi in una padella. Assembliamo questi ingredienti a strati in una casseruola: distribuiamo uno strato di riso, poi la carne, le patate e nuovamente il riso. Sulla superfice aggiungiamo fettine di peperoncino verde, mandorle, uvetta, coriandolo e le cipolle soffritte precedentemente. Aggiungiamo un po’ di acqua, chiudiamo con un coperchio e lasciamo cuocere a fuoco basso per un’ora; (per unire gli ingredienti): terminata la cottura mischiamo i vari ingredienti e serviamo con l’accompagnamento di una insalata di pomodori; (per impiattare): ultimata la cottura impiattiamo il cous cous insieme allo stufato di carne e verdure e aggiungiamo i ceci precedentemente bolliti o acquistati già pronti.


  • PODCAST Cucina dal mondo Bousso e il Mafe

Traduzione: Buongiorno, sono Bousso, vengo dal Senegal, dal paese di Touba. Sono qui in Sardegna, a Cagliari, da 15 anni. Mi piace molto cucinare e ora cucino anche ricette italiane. Cucino spesso con le mie figlie grandi di 16 anni e di 18 anni, ci piace cucinare insieme. Io ho tre figlie, tutte femmine. Mi piace la cucina del Senegal perché mi ricordo il mio paese, anche perché mia mamma era brava a cucinare i piatti del Senegal. Mia mamma mi ha insegnato a cucinare, cucinare tutto: cucinare Thieboudienne, anche Mafè, anche Domoda, anche dolci. Mia mamma è brava a cucinare, per questo io capisco bene la cucina del Senegal. (…) Questa  ricetta si fa sempre di domenica, perché domenica c’è il tempo per fare bene. È la mia ricetta preferita e piace molto a mie figlie. Quando ero in Senegal questa ricetta la cucinavo sempre con mia mamma e mia sorella!

Ricetta: il Mafe o Mafè è un piatto molto diffuso in Senegal, è una salsa di burro di arachidi con spezzatino di carne o pesce e si accompagna con del riso bianco. Quella proposta da Bousso è la sua ricetta del Mafe di pesce, gamberi e arselle.
Ingredienti per 5 persone: 500 gr di riso basmati, 250 gr di burro di arachidi, 200 gr di gamberi, 200 gr di arselle sgusciate, 1 o 2 pesci, un cucchiaino di sale, un cucchiaio di olio EVO, 1 litro di passata di pomodoro, 1 cipolla, prezzemolo q.b., aglio q.b., 2 litri d’acqua, yam a piacere, buccia di limone q.b.
Lavorazione (per la preparazione del riso): si cucina il riso a parte, prendiamo una pentola grande, mettiamo dentro un litro di acqua, un cucchiaio di sale, un cucchiaio di olio di oliva e quando l’acqua bolle aggiungiamo il riso basmati dopo averlo lavato. Mettiamo nel microonde per 4 min e lo lasciamo risposare per 20 minuti; (per il condimento): prepariamo polpette di pesce, usiamo solo polpa trita, tritiamo prezzemolo e aglio, lo mischiamo con la polpa, aggiungiamo un po’ di buccia di limone grattugiata, prendiamo una pentola grande e mettiamo un litro di acqua, facciamo cuocere bene le polpette, aggiungiamo un litro di salsa e facciamo cuocere 35-40 minuti. Dopo 20 minuti aggiungiamo i gamberi, le arselle sgusciate e lo yam a pezzi  (yam è una verdura tipo patata). Continuiamo a far cuocere per circa 35 minuti, sarà pronto quando la salsa si sarà addensata; (per impattare): ultimata la cottura versiamo il riso nel piatto e disponiamo la salsa e gli ingredienti sopra e il mafe è già pronto! Si sente bene il profumo, buona!

Per saperne di più leggi anche gli articoli di UnicaRadio

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Lingua, cultura e cucina dal mondo fa parte della LINEA LABORATORI intergenerazionali, finalizzati a promuovere l’aggregazione sociale, l’intercultura, la partecipazione e la trasmissione dei saperi del progetto Accresce, ideato e promosso dall’Associazione EFYS Onlus con i contributi dell’8×1000 Valdese.

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Il suono delle origini è il primo di una serie di podcast con le voci delle mamme del Centro di Quartiere La Bottega dei Sogni curati da Unica Radio con la collaborazione dei partecipanti del laboratorio di Radio web del progetto Accresce. I ragazzi hanno intervistato le mamme del Centro di quartiere per scoprire qualcosa sulla loro storia linguistica e attraverso ninna nanne, filastrocche e scioglilingua ci hanno donato un momento di scoperta dei suoni della loro lingua madre.

Inauguriamo questa serie dedicata alle lingue con due racconti realizzati in occasione della Giornata Internazionale della Lingua Madre, celebrata ogni anno dal 1999 per promuovere la diversità linguistica e culturaleI primi podcast hanno la voce di Hamida e Haifa, entrambe originarie della Tunisia. Hamida e Haifa ci raccontano qualcosa della loro vita in Sardegna tra due cultura e due e più lingue. Ma soprattutto ci dicono della comunicazione in famiglia tra genitori e figli di generazioni, anche linguistiche, molto diverse. Una mescolanza di lingue tra l’italiano, l’arabo e il francese. Hamida condivide con noi una ninna nanna in arabo tunisino, tramandata dalle madri della sua famiglia per far addormentare i bambini. Haifa invece ci ha cantato Tita tita tita!, una canzone tradizionale in arabo tunisino. Il nostro terzo podcast ci porta da tutt’altra parte del mondo, approdiamo in Bangladesh con Sharmin e la sua storia linguistica che si incrocia tra il bengalese, sua lingua madre, l’inglese e l’italiano. Sharmin condivide con noi due ninna nanna del suo paese, in lingua bengali.

Dopo la playlist audio trovate le trascrizioni di ogni podcast e i testi delle filastrocche e canzoni in lingua madre! Buon ascolto!

  • Podcast Hamida e la sua lingua madre (Tunisia)

Trascrizione: Mi chiamo Hamida, sono di origine tunisina, vivo in Italia, a Cagliari, dal 2002. La mia lingua madre è l’arabo tunisino poi parlo francese, l’inglese e l’italiano. Mi piace parlare molte lingue perché è una cosa tua, ti trovi, dove vai ad esempio incontri la gente che uno parla italiano, uno parla francese, uno parla l’inglese. La mia lingua preferita è l’arabo, la mia lingua madre, per me vuol dire molto parlare l’arabo. Anche ad esempio in un momento di rabbia, in un momento di nervosismo uso l’arabo, senza pensare. La lingua che ho imparato con i miei genitori, con le mie radici parlare l’arabo. La lingua araba è la mia lingua madre, è proprio dentro, lo sento spontaneamente parlare l’arabo. La seconda lingua preferita è l’italiano, vivo in Italia, parlo con i miei figli l’italiano e mi trovo bene a parlare con i miei amici, con tutta la gente che conosco in italiano e la maggior parte del tempo noi a casa ad esempio parliamo in italiano, perchè mi trovo bene per comunicare con i miei figli in italiano. Però anche l’arabo lo parliamo, però con i miei genitori i bambini parlano l’arabo, con i miei genitori, anche con mia sorella parlano l’arabo e molte volte loro non parlano molto bene l’arabo, molte volte mi chiedono “mamma cosa vuol dire in arabo questo?” e i miei genitori vivono con me a casa, i miei genitori parlano solo l’arabo, quindi loro con i miei genitori parlano l’arabo poi quando torniamo a Tunisia in vacanza in estate, loro parlano con i miei nipotini, con i miei vicini di casa, con i miei amici l’arabo. Appena entriamo a Tunisia loro parlano solo l’arabo e parlano anche bene, qui invece in Italia, a Cagliari, lo parlano male perchè la maggior parte del tempo parlano a scuola, fuori, qui al Centro l’italiano. I bambini, da quando hanno otto mesi sono andati all’asilo, all’asilo qui a Cagliari sempre in italiano, quindi sempre noi parliamo l’italiano purtroppo. Purtroppo vuol dire perché loro non possono imparare da me l’arabo perché non ho tempo di farli  imparare però grazie a Dio ho avuto i miei genitori che vivono fino adesso con me. Sono contenti perché loro parlano un’altra lingua, loro mi chiedono a me in italiano, io lo dico in arabo e loro vanno da mia sorella a dirle in arabo e sono contenti perché parlano la nostra lingua, arabo. L’arabo scritto prima si il bambino grande ha imparato, due anni è andato a scuola di arabo il sabato sera. E’ molto importante insegnare la lingua araba perché è la mia lingua madre, così quando vanno in Tunisia non trovano difficoltà a parlare con la gente, con miei parenti, con miei amici. Perché sono contenti, trovano un altro paese, un’altra aria, tutto nuovo per loro. Poi vedono tutti che parlano la nostra lingua araba, loro fanno dimostrare a tutti che anche loro parlano arabo, anche se parlano male, molte volte fanno ridere perché non è giusta la parola, dicono la parola male però fanno capire. Ora vi racconto una ninna nanna in arabo tunisino che cantava mia madre, anche mia  nonna, quando ero piccola per farmi dormire: 

ناني ناني جاك النوم
امك قمرة و بوك انجوم
سعدي سعد سعدي سعد ولدي خير من ألف ولد
سعدي سعود سعدي  سعود و الناقة جابت قعود مرة نرقد مرة نسو
ناني ناني جاك النوم امك قمرة و بوك انجوم

dormi dormi devi dormire
la tua mamma è la luna,
il tuo papà il sole
che fortuna!
che fortuna!
oh bambino meraviglioso
che bello, che bello
ho un bambino più bello
una volta fa da bravo,
una volta fa il monellino
dormi dormi.


  • Podcast Haifa e la sua lingua madre (Tunisia)

Trascrizione: Sono Haifa, arrivo da Tunisi, sono qua in Italia dal 2007 e adesso vivo qua a Cagliari e ho due bambini
La lingua madre arabo e francese e adesso sono in Sardegna, parlo l’italiano e capisco il sardo, qualche parole.
Ho insegnato l’arabo per i miei figli, è una cosa importante se conoscono l’arabo, così quando vanno al mio paese, a Tunisi si capisce, quando la gente parla loro capisce e anche rispondono. Penso anche cosa giusto se capiscano le origini della lingua della madre. Quando parlo l’arabo certo mi manca il mio paese, è normale, l’amicizia, aria, il posto dove sono nata, dove è cresciuta, è normale. Mi ricordo quando ero piccola, la scuola, cantiamo questa canzone di bambini: 

Tita tita tita!
Mio padre ha portato un pesciolino.
Frigge nell’olio il pesciolino
E poi sfrigola nel piattino.
Fruga il gatto
Tra le lische
Per nutrire i suoi gattini.
tita tita  tita (arab) 

 Quando canto una canzone mi diverto con i miei figli, sempre, quando sono con i miei figli sono contenta e felice

hahme matari…(arab)
La colomba ha volato in alto, ha volato a parlarci
mamma mamma!
ha volato a parlarci, ha volato a parlarci
vado per chiedergli del suo destino
mamma mamma!
vado a chiedergli del suo destino 

Ora vi canto una ninna nanna che cantavano mia nonna e mia mamma per noi quando ervamo piccoli, adesso la canto io per i miei figli, inizia con una pregliera La ilaha illalah

La ilaha illala
ninna ninna ninna nanna
dormi dormi figlio mio
è arrivato il sonno
per favore dormi dormi
così cresci come noi

Ogni volta, quando canto questa canzone coi miei figli, mi ricordo il mio paese… vado indietro nel tempo, a quando ero nel mio paese, da bambina.
Mi diverto e divento felice, molto.


  • Podcast Sharmin e la sua lingua madre (Bangladesh)

Trascrizione: Buongiorno, সুপ্রভাত, Io sono Sharmin, ho 30 anni, vengo dal Bangladesh. Sono qua da dieci anni e mi piace… si qua  tutto mi piace! Ho due figli, una femminuccia e un maschietto, la femminuccia ha 8 anni e il maschietto quasi 4 anni. Io parlo bengalese; inglese poco, non molto e italiano. La mia lingua madre è bengalese, ho insegnato mia lingua, i miei figli parlano tutte e due le lingue: bengalese e anche italiano.
Una storia, una ninna nanna:
Venite zie a casa
addormentate il piccino
venite a casa
non c’è il letto, non c’è il letto
venite a vedere
vi darò un bicchiere pieno di Bata
mangiate con le guance piene
non c’è sonno negli occhi del piccolo tesoro
dormi dormi
Questa ninna nanna, quando anche io ero piccola, mia mamma, mia nonna cantava:
Il bambino dormiva
Bulbuci l’uccellino è andato in campagna
ha mangiato il riso.
Non ha più una casa
non c’è più riso, non c’è più acqua
che bel modo di vivere!
Sii paziente, sii paziente per qualche giorno,
ho piantato l’aglio!

Per saperne di più leggi anche gli articoli di UnicaRadio

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Lingua, cultura e cucina dal mondo fa parte della LINEA LABORATORI intergenerazionali, finalizzati a promuovere l’aggregazione sociale, l’intercultura, la partecipazione e la trasmissione dei saperi del progetto Accresce, ideato e promosso dall’Associazione EFYS Onlus con i contributi dell’8×1000 Valdese.

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